Cari Santorpetini,
Vi scrivo col cuore dall’esilio della pandemia, ma avendo presente i vostri volti, ma specialmente ricordando i vostri nomi e gli affetti segreti, le preoccupazioni, specialmente i dolori e le sofferenze che solo voi conoscete e che mi avete permesso di custodire con voi. Dietro una semplice, apparentemente banale, richiesta di riaprire San Torpete, è scoppiata in me una ridda di sentimenti e di riflessioni che vi affido, sperando che possano essere utili anche a voi. Io sto ancora riflettendo…