La Fondazione Giorgio e Lilli Devoto, l’Associazione Musica & Cultura San Torpete,
L’Associazione Italiana Psicogeriatria, il Göethe-Institut Italien,
La Società Italiana di Gerontologia e Geriatria,
La Scuola di Dottorato in Letterature e Culture Classiche e Moderne (Università degli Studi di Genova)
e L’UniAuser Genova – Università Popolare dell’Età Libera,
sono lieti di presentare il ciclo degli incontri sul tema della vecchiaia, dal titolo:
«Ma io divento vecchio in mezzo ai sogni»
La rappresentazione poetica dell’età estrema
«Per questo invecchiamo – non per altro.
Le rughe e le grinze sul nostro volto
sono i biglietti da visita delle grandi passioni,
delle conoscenze che passarono da noi
ma noi, i padroni di casa, non c’eravamo»
Walter Benjamin
Se uno spettro si aggira oggi per il mondo, certamente è quello della vecchiaia. Nel nostro mondo vecchio, la vecchiaia onnipresente si patisce, si consuma, si esorcizza, negandosi con un’intensità che vale la sua più decisa affermazione; rappresenta la nostra grande paura, l’incapacità di misurare i nostri confini, di abitare un tempo che, apparentemente sottomesso, continua a sfuggirci irreversibilmente. La società anziana vive la favola della giovinezza eterna e si trova in balia di una potenza misteriosa che, nella sua onnipresenza, sempre più sfugge alla nostra possibilità di comprendere, alla nostra capacità di dire.
L’antica vecchiaia si rappresentava in maschera, in burla e a carnevale: schermo per ogni sbeffeggio, facile esercizio di scherno. L’ambigua, perturbante Follia di Erasmo l’aveva elogiata, elogiando se stessa, e rappresentandola come sua servitrice: il venir meno delle forze, il dileguarsi della potenza (primariamente nel senso di un eros inappagabile, e per questo grottesco), la crudele finzione di una raggiunta saggezza (liberazione dalle passioni, arricchente consapevolezza filosofica della mortalità come destino? farneticazioni falsamente compensatorie) ma soprattutto l’irresistibile regressione alle infantili intemperanze, dilapidato ogni tesoro del viaggio, naufragato per le falle della dimenticanza (in forzato acconto dell’oblio definitivo).
La vecchiaia altrui può far ridere, la propria è una questione serissima, immagine di una temporalità fragile che, disertata dagli antichi dei e dalle loro confortanti promesse di eternità, si intende tutta come dimensione di desiderio e perdita. Si incrina la rigida fissità della maschera, il cartone si fa carne e invoca una pluralità di sguardi: attenzione, cura, affezione, persino.
Dal Novecento, la grande poesia europea (da Eliot a Szimborska) si è confrontata in maniera sempre più radicale con l’esperienza della vecchiaia – sperimentata, incarnata, abitata, non più solo presagita o vagheggiata dai poeti: la tarda creatività da eccezione (Michelangelo, Tiziano, quanti altri?) si è mutata in norma – provando a dare forma di parola a un’esperienza tanto ineludibile quanto sfuggente, dolorosa a tratti, spesso ai limiti tesi dell’indicibile, ma anche imprevedibilmente leggera, aerea, impastata com’è di emozioni diverse e contraddittorie.
Gli Enti promotori si propongono di riflettere
su queste mutazioni nel concetto di rappresentazione poetica dell’età estrema,
coinvolgendo e mettendo a confronto critici di differenti generazioni
insieme a medici e neuro-scienziati che leggeranno in contrappunto di discipline ed esperienze,
testi dedicati ad alcuni grandi temi nei quali si è articolata la volontà di dire la vecchiaia nella contemporaneità.
♦ PROGRAMMA ♦
«MA IO DIVENTO VECCHIO IN MEZZO AI SOGNI»
La fragilità del corpo, la permanenza del sentire, la dolcezza degli affetti,
l’ombra dell’oblio attraverso geriatria, sociologia, psicoterapia,
critica letteraria, antropologia e psichiatria
1) LUNEDI 8 OTTOBRE 2018 – h 17,30 PALAZZO DUCALE – Salone del Minor Consiglio, Genova
«le virgolette ci vogliono» – OMAGGIO A CAMILLA SALVAGO RAGGI, in dialogo con
Babette Dijk, geriatra, ASL 4, Chiavari
Carla Costanzi, sociologa, già Docente dell’Università Cattolica di Milano
Testi di Camilla Salvago Raggi da “In confidenza”,
LETTURA DEI TESTI:
Scuola di recitazione “Mariangela Melato” (Teatro Stabile di Genova):
Elena Lanzi, Lisa Lendaro, Chiarastella Sorrentino
(sotto la direzione di Anna Laura Messeri).
BRANI MUSICALI:
Erica Bruno (voce), Silvia Manfredi (voce, flauto), Marcello Bagnasco (liuto, tiorba).
Conclusione di Carla Costanzi, Sociologa
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2) GIOVEDI 25 OTTOBRE 2018 – h 17,30 SAN TORPETE, Piazza San Giorgio, Genova
«io che ero un anziano rispettabile» – NICANOR SEGUNDO PARRA SANDOVAL (1914-2018),
e la poesia del corpo (fragile)
Laura Ghiron Supino, psicoterapeuta, Centro di Psicoterapia, Genova
Nicola Ferrari, comparatista, Università di Genova
Letture:
Scuola di Recitazione del Teatro Nazionale di Genova:
CONFERENZA IN AUDIO su NICANOR PARRA SEGUNDO SANDOVAL
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3) GIOVEDI 8 NOVEMBRE 2018 – h 17,30 SAN TORPETE, Piazza San Giorgio, Genova
«perché fossero mie tutte le tue poesie» – GIOVANNI GIUDICI (1924-2011),
e la poesia degli affetti (estremi)
Silvia Fantini, italianista, Università di Genova
Gabriella Lazzarini, psicologa – Asl 3 GE
Letture:
Scuola di Recitazione del Teatro Nazionale di Genova:
Francesca Santa Maria Amato – Simone Cammarata
Francesco Bovara – Marco Mancuso
CONFERENZA IN AUDIO su GIOVANNI GIUDICI
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4) GIOVEDI 22 NOVEMBRE 2018 – h 17,30 SAN TORPETE, Piazza San Giorgio, Genova
«prima che sia troppo tardi» – Günther Wilhelm Grass (1927-2015 – Premio Nobel 1999),
e la poesia del desiderio (confinato)
Luigi Ferrannini, psichiatra, già Presidente della Società Italiana di Psichiatria
Serena Spazzarini, germanista, Università di Genova
I testi sono stati tradotti dalle studentesse
Elena Medicina, Giulia De Angelis, Valeria Mano e Margherita Bolognesi,
sotto la direzione di Serena Spazzarini, loro docente.
LETTURA DEI TESTI:
Scuola di Recitazione del Teatro Nazionale di Genova:
Laura Repetto e Federico Pasquali.
CONFERENZA IN AUDIO su Günther Wilhelm Grass
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5) GIOVEDI 6 DICEMBRE 2018 – h 17,30 SAN TORPETE, Piazza San Giorgio, Genova
«una testa spenta tra spazi ventosi» – Thomas Stearns Eliot (1888 – 1965),
e la poesia della memoria (perduta)
Ernesto Palummeri, geriatra, già Primario del Reparto di Geriatria dell’Ospedale Galliera, Genova
Massimo Bacigalupo, angloamericanista, Università di Genova
LETTURE DEI TESTI:
Scuola di Recitazione del Teatro Nazionale di Genova
LISA LENDARO e ELENA LANZI
CONFERENZA IN AUDIO su THOMAS STEARNS ELIOT
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SEMINARIO: “lo stile tardo” di EDWARD SAID (1935-2003)
6) GIOVEDI 10 GENNAIO 2019 – mattina h 9-12 e pomeriggio 15-17,
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI GENOVA, Aula Magna, Via Balbi 2, Genova
MODERATORI:
Carla Costanzi, sociologa, già Docente della Facoltà di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano,
Nicola Ferrari, Docente di Letteratura Comparata dell’Università di Genova, e Giorgio Devoto, Editore.
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Nel suo testamento saggistico, Edward Said (1935-2003) si era interrogato sul senso dello stile tardo, analizzando opere di autori eterogenei alla ricerca di una cifra comune, di uno stile trasversale alla loro produzione estrema. Questo tentativo di definire unitariamente le coordinate estetiche (ed ideologiche) del Late Style produce in primo luogo una definizione di vecchiaia sapiente, capace di abdicare alle sue connotazioni classiche di serenità, di capacità di accettare la morte. Lo stile tardo condurrebbe alla creazione di opere-catastrofi: disincanto del mondo, contraddizione non pacificata, «conversione del tempo in spazio», «relazione tra condizione corporea e stile estetico», figure della dialettica incomponibile di vicinanza e distanza, oggettività (del paesaggio in sfacelo) e soggettività (la luce nella quale esso si accende, secondo Adorno). La giornata di studi si impegna a ripensare dalle più recenti prospettive cronologiche e disciplinari le rifrazioni e le possibilità di questa lingua «di intransigenza, difficoltà e contraddizioni irrisolte», esperienza di una «tensione non armonica e non serena», contestataria e perfino rinunciataria nella coscienza della propria fallibilità.