Da un po’ che non scrivo perché in questo tempo di morte, sofferenza, angoscia e disperazione, in troppi si sono messi sia a parlare a vanvera sia a scrivere di tutto: il regno delle banalità. Specialmente se si è ignoranti nella materia di cui si parla o si scrive, è evidente che ormai la coscienza delle competenze e quindi il pudore di parlare si è diluito fino a smarrirsi nel magma delle ovvietà di chi più ne ha più ne metta. Tutti «Mister», tutti «virologi», tutti «professori», che dico, tutti «Premi Nobel» da strada e da strapazzo. «Sutor, ne ultra crèpidam» dicevano i Latini: «Calzolaio, parla di scarpa, ma non di altro». Ho voglia di silenzio, di solitudine, di riflessione, di studio, di preghiera. VI OFFRO TRE PISTE:
- Una lettera del Prof. VITTORIO COLETTI DI GENOVA
- Un resoconto di vita da ebbrezza
- Un Muto-Natale “segno dei tempi
Buona lettura, se avete coraggio….