I vescovi dell’Umbria hanno pubblicato un documento in cui “giustificano” con apparenti argomenti teologici la celebrazione eucaristica del prete “da solo”, senza Popolo. Dall’insieme del testo, disordinato e confuso, sale il sospetto che si voglia fare un’operazione più sottile: prendere l’occasione del Covid-19 per saltare di pari passo alle modalità ante concilio Vaticano II. Il testo dimostra che non solo i Vescovi – è firmato dal presidente della Conferenza Episcopale Umbra (CEU) – non hanno mai letto la riforma di Paolo VI, ma nemmeno hanno respirato i documenti conciliari, altrimenti non si spiegherebbe tanta superficialità e banalità. Se così sono i vescovi, cosa ne sarà delle loro chiese? A questo punto si capisce anche la solitudine ecclesiale in cui è crocifisso Papa Francesco, la cui icona storica sarà quella foto in piazza San Pietro che lo ritrae solo nell’immenso vuoto di una desolazione clericale che è capace anche di svendere Dio pur di non cambiare come lo Spirito che “soffia dove vuole” richiede.

“Signore, perdonali, perché sanno quello che fanno” (Lc 23,34)