I nostri occhi sono ancora pieni del fango e della rabbia del Popolo di Paiporta nella provincia di Valencia in Spagna. Il Popolo esasperato è stato abbandonato a se stesso dall’imbecillità del Governo locale e Centrale che hanno tentato di sminuire la gravità della alluvione, per contenere la propria inefficienza e incapacità. Costoro pensano di governare pure il mèteo e il clima. Risultato: come una mitragliatrice il fango è partito verso i reali, Felipe e Letizia, accompagnati dal capo del Governo, Sanchez. Questi è scappato con la coda tra le gambe, lasciando soli i reali che, invece, sono rimasti a prendersi insulti e grida di «Assassini».
In Italia, il governo manipola i dati economici per dipingere un bengodi che nessuno vede: esilarante la gaffe della calcolatrice «Chez Vespa». Gli Usa devono scegliere tra la brace di Trump e la padella di Harris: chiunque vinca riceve la decadenza inarrestabile degli Usa. Tutti contro tutti, senza accorgerci di essere in un trapasso epocale, vera transizione antropica e climatica. A chi non vuol capire, consiglio un ripasso delle coordinate della storia che passano attraverso la Mistica e il Pensiero. Papa Paolo VI ci avvertì, il 26 marzo 1967:
«…il superfluo dei paesi ricchi deve servire ai paesi poveri… Diversamente, ostinandosi nella loro avarizia, non potranno che suscitare il giudizio di Dio e la collera dei poveri, con conseguenze imprevedibili. Chiudendosi dentro la corazza del proprio egoismo, le civiltà attualmente fiorenti finirebbero coll’attentare ai loro valori più alti, sacrificando la volontà di essere di più alla bramosia di avere di più. E sarebbe da applicare ad essi la parabola dell’uomo ricco, le cui terre avevano dato frutti copiosi e che non sapeva dove mettere al sicuro il suo raccolto: Dio gli disse: “insensato, questa notte stessa la tua anima ti sarà ritolta”» (Paolo VI, enciclica Populorum Progressio, n. 49).
Una profezia fatta 57 anni fa, passata inosservata, ma oggi realizzata davanti a noi. Lo sarà nel futuro. Italia, Europa, Onu, vuoti di prospettiva, scartano i poveri come materiale «residuale», abdicano al loro compito politico, la cui funzione fu assunta dai Profeti e dai Mistici, i soli che sanno leggere le coordinate e le condizioni per cambiare rotta e modelli. Le istituzioni (Onu, Europa, Italia, non più rappresentative di Popoli, ma solo d’interessi aggravano i conflitti, alimentando odio per la Democrazia e le persone. Internet con i social, in mano ai ricchi sfondati, ha trasformato l’imbecille di turno in Premio Nobel di «tuttologia». L’oriente, lontano e vicino, è il sepolcro dell’occidente, ma le masse, i popoli e i singoli gaudenti e goderecci, danzano e cantano sulla prua del Titanic, inneggiando all’Iceberg che da lì a poco li seppellirà. In questo mondo di cadaveri, «grida nel deserto», con la voce di Profeta disarmato, Poeta di Pace e Voce mai silente dei Poveri di tutto il mondo: IL MISTICO FRATEL ARTURO PAOLI, Filosofo e Letterato (formato alla scuola di Lévinas e Dostoevskij), ma in primo luogo, umanità donata agli altri non in senso generico, «a tutti», ma, sull’esempio di Gesù, preferenzialmente ai «POVERI» del 3°, 4°, 5° Mondo. Il suo Diario, condiviso ogni mattina all’alba in colloqui dolcissimi e scorticanti con l’AMICO, prende posto a PALAZZO DUCALE di GENOVA, mercoledì 13 novembre 2024, ore 17,30 – Sala del Camino. A chi si sente estraneo del mondo e a se stesso/a, se avesse il desiderio di uscire dalla solitudine disperante, punzecchieremmo il bisogno di «ascoltare» e «ascoltarsi» nel cuore del mondo per soluzioni aperte al pensiero, alla riflessione e alla volontà di «essere della mischia», perché l’indifferenza è il vero genocidio dell’Umanità...
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